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6.1.4  Proposte di correzione avanzate in apparato e non in TC

Può accadere che ci si trovi di fronte al dubbio irrisolvibile su cosa Maurolico intendesse e l'editore non sia in grado di correggere il testo con sicurezza, soprattutto se autografo. Ad esempio supponiamo di disporre dell'autografo (A) e che esso rechi la lezione ``per 21am sexti Euclidis''. Il riferimento però non risulta coerente e la proposizione che l'editore riterrebbe opportuno citare, mettiamo la 15 del V libro degli Elementi non ha niente a che vedere con quella apparentemente citata da Maurolico. (Diverso sarebbe il caso se la proposizione che si ritiene dovesse essere citata fosse ad esempio la 12.VI o la 21.V: in questo caso si potrebbe pensare a un lapsus di Maurolico e procedere alla correzione in TC.) In casi del genere si dovrebbe procedere nel seguente modo:

per 21am sexti Euclidis 1
1per 21am sexti Euclidis A   per 15am quinti Euclidis intelligendum est

Ovvero: ``Si deve intendere la proposizione 15 del quinto di Euclide, anche se il testo parla della 21 del sesto''.

In Mauro-TEX si scriverà:

\VV{
   {A:\Cit{
          {per 21\Sup{am} sexti Euclidis}
          {E.6.21}
          {Qui avrebbe dovuto citare E.5.15}
          }
    }
    {*:\ED{intelligendum est}:per 15\Sup{am} quinti Euclidis}
    }

Si noti che in questo caso la correzione deve andare nel secondo campo e non nel primo, dato che TC è costretto ad accettare la lezione di A, che infatti viene inserita nel primo campo. Si noti anche l'uso di \Cit (cfr. § 3.5.2), con la codificazione della citazione nel secondo campo e la nota nel terzo.



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