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6.2  Cruces e espunzioni

6.2.1  Croci senza delizie

Potrà darsi il caso che l'editore sia in grado di leggere il testo dei vari testimoni, ma che esso non abbia alcun senso. E che per di piú, a differenza della situazione descritta nei §§ 6.1.1--4,

l'editore non riesca ad elaborare una congettura credibile. Si parla, in casi, del genere, di loci desperati. Se ad esempio la tradizione fosse unanime nel leggere

``et erit ab parallelus cd per doctrinam de piscibus siculis''

si scriverà semplicemente

per doctrinam de piscibus siculis

senza alcuna nota, racchiudendo il brano privo di senso fra cruces desperationis (). E si scriverà in Mauro-TEX

per doctrinam \CRUX{de piscibus siculis}

dove la macro \CRUX{} provvede appunto a racchiudere fra cruces il testo contenuto nelle sue parentesi graffe. In una situazione simile non c'è bisogno di annotare alcunché in apparato, dato che l'editore si limita a indicare, segnalandola con le , una situazione oggettiva. Si noti inoltre che \CRUX è una macro ``grafica'' che produce solo le all'inizio e alla fine di una stringa di testo

Ci si potrebbe però trovare di fronte a casi piú complessi. Per esempio, supponiamo che il testo sia tràdito da due testimoni, A e B, che leggano:

  • A: et erit ab parallelus cd per doctrinam de piscibus siculis

  • B: et erit ab parallelus cd per doctrinam de arcanis antiquis

L'editore non riesce a elaborare una sua congettura che possa restituire un senso al testo chiarendo perché ab dovrebbe essere parallelo a cd; decide tuttavia di inserire il testo di A in TC come soluzione del meno peggio, segnalando però la corruzione a suo avviso irrimediabile. In tal caso si dovrà dar conto della situazione in questo modo:

et erit ab parallelus cd per doctrinam de piscibus siculis1
1de piscibus siculis A   de arcanis antiquis B    locum valde corruptum

Per ottenere tutto questo si scriverà in Mauro-TEX:

et erit \(ab\) parallelus \(cd\) per doctrinam
\CRUX{
      \VV{
         {A:de piscibus siculis}
         {B:de arcanis antiquis}
         {*:\ED{locum valde corruptum}:}
         }
     }

Si noti che:

  • \CRUX abbraccia l'intera variante, dato che l'Mauro-TEX deve provvedere ad apporre le cruces in TC;

  • nel primo campo di \VV si inserisce la lezione di A che si vuole, faute de mieux, inserire in TC;

  • nel secondo si indica solo il testimone B e la sua lezione;

  • nel terzo, infine si utilizza, come al solito la macro \ED{}, che produce il commento (locum valde corruptum), senza naturalmente indicare alcuna lezione nel terzo sottocampo e inserendo una * nel primo.

Non proviamo nemmeno a costruire una casistica dettagliata delle situazioni complesse in cui ci si potrebbe trovare (presenza di varianti, interventi di altri editori, e altro ancora). Ciò perché si potrà sempre e comunque combinare l'uso di \CRUX{} e di \ED{} in modo analogo a quanto descritto qui sopra, inserendo cioè la lezione incomprensibile come argomento di \CRUX e ciò che si vuole che venga scritto in nota come argomento di \ED.



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