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6.3.2  Integrazioni in presenza di lacune materiali o di parole indecifrabili

Abbiamo già specificato cosa si debba intendere per lacuna materiale: intendiamo macchie di inchiostro, fori nella carta, ecc. (§ 4.4), a cui si aggiungono parole indecifrabili dopo attentissimo esame o simili (§ 3.3.1; ma si veda anche il § 9.1). Se l'editore deve intervenire congetturalmente in un caso del genere, si può supporre che, salvo casi veramente del tutto eccezionali, il testo sia stato tramandato da un solo testimone, A, che rechi ad esempio:

  • A: a vertice demittitur

dove indica una macchia di inchiostro. L'editore per suoi motivi ritiene che ciò che era scritto sotto la macchia fosse ``trianguli'' e quindi scrive in TC:

a vertice < trianguli1 > demittitur
1trianguli supplevi    aliquot literae legi nequeunt in A

Tale testo viene prodotto dalla seguente macro:

a vertice \INTE{
                \VV{
      {*:\ED{supplevi}:trianguli}
      {A:\DES{aliquot literae legi nequeunt in}:\LACm}
                   }
               } demittitur

dove si deve notare l'uso di \LACm che, come si ricorderà, produce una situazione simile a quella delle omissioni in lacuna e delle lacune materiali, stampando i tre *** anche nel testo di A.

Si può poi utilizzare una sorta di ``Principio di Sovrapposizione delle Situazioni'': se, per esempio, Clagett avesse congetturato ``trapezii'' si sarebbe inserito un terzo campo con

{*:\ED{Clagett}:trapezii}

e cosí via.

Si noti infine che nel caso di lacune materiali piú estese e, soprattutto, irrimediabili, il testo critico e l'apparato continueranno a presentare la fisionomia discussa nel § 4.4.2.



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