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7.1.1.3  Le regole dell'etichetta

Veniamo infine a \CR e a \LB (per ``Label'', etichetta) e al misterioso gatto che compare nell'esempio. Come si sarà notato la stessa stringa gatto compare sia all'interno del campo di \CR, sia all'interno di uno dei due campi di \LB.

A cosa serve? Poiché nel testo potrebbero comparire molte varianti lunghe e quindi l'Mauro-TEX non riuscirebbe piú a distinguere l'inizio dell'una e dell'altra, la stringa gatto è in effetti un'etichetta, cioè un nome convenzionale che il trascrittore decide per fare in modo che quella \CR corrisponda esattamente a quella \LB. Il nome, essendo convenzionale, può essere scelto con una certa libertà dal trascrittore: la cosa importante è che vengano rispettate le tre regole seguenti:

  1. lo stesso nome convenzionale deve comparire nel campo di \CR e nel primo campo di \LB. Se in \CR c'è gatto in \LB deve esserci gatto; se in \CR c'è coniglio in \LB dovrà esserci coniglio;

  2. Ogni volta che si usa \VV[longa] si deve usare un nome convenzionale diverso. Se il testo presenta due varianti lunghe e nella prima si è usato leone, usate tigre nella seconda;

  3. Il nome convenzionale deve essere costituito da caratteri alfabetici (maiuscoli o minuscoli) o numerici. Ogni altro tipo di carattere è vietato. In particolare è vietatissimo lo spazio. Potrete usare cane1 se volete, ma non cane_1 e mai e poi mai cane 1.

Resta infine da esaminare meglio la struttura di \LB. Nell'esempio era \LB{gatto}{coni}. Come si è visto, \LB è una macro a due campi che deve essere collocata in corrispondenza della fine del testo della variante lunga. Del primo campo di \LB si è appena detto; il secondo contiene l'ultima parola del testo della variante lunga (in questo caso coni). Cioè il secondo campo di \LB è il corrispettivo del terzo sottocampo del campo .a. di \VV[longa]. Come nel caso del campo .a., se il trascrittore ritenesse opportuno far riportare in nota piú di una parola, lo può fare anche qui. Se, per esempio, pensasse che riportare in nota soltanto coni rischi di generare difficoltà al lettore, potrebbe scrivere:

\LB{gatto}{a vertice coni}

e ottenere in apparato:

1 Si1 duae rectae ... erunt aequales. 2 Sint ab et cd ... 3 Rursus, cum sint ... a vertice coni.
1Si ~ 3 a vertice coni:   om. B

Si noti poi che se la variante lunga fosse tutta contenuta all'interno di un solo paragrafo, il programma ometterà automaticamente il numero di paragrafo producendo una nota del tipo ``Si ~ coni: om. B''.

Nel secondo campo di \LB{}{} è contenuta la lezione che andrà nel testo critico, cioè l'ultima o le ultime parole del brano in questione: tale lezione è interna a \LB e non esterna. Valgono al proposito le stesse avvertenze che abbiamo fatto per l'inizio del brano, in particolar modo per ciò che riguarda la punteggiatura. A questo proposito, è opportuno ricordare che la punteggiatura finale non viene riportata in apparato (cfr. § 4.2.3). Di conseguenza i segni di punteggiatura si devono trovare fuori dal secondo campo di \LB, come nell'esempio che abbiamo riportato: ``\LB{gatto}{a vertice coni}.'', e non si deve invece scrivere ``\LB{gatto}{a vertice coni.}'' con il segno di punteggiatura interno alla parentesi graffa.



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