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7.1.3  Ripetizioni

Un particolare tipo di variante lunga è la ripetizione. Supponiamo, per semplicità, di avere due soli testimoni A e B:

  • A: tanta est inter curvum et rectum fortasse propter dissimilitudinem, inimicitia.

  • B: tanta est inter curvum et rectum fortasse propter dissimilitudinem inter curvum et rectum fortasse propter dissimilitudinem, inimicitia.

Di fronte a questa situazione vorremmo ottenere la seguente nota:

tanta est inter1 curvum et rectum fortasse propter dissimilitudinem, inimicitia.
1inter ~ dissimilitudinem:    bis B

cosa che si potrà ottenere usando \VV[longa] nel modo descritto sopra e la macro \BIS che abbiamo già incontrato nel § 4.6:

tanta est \VV[longa]{
                    {*:\CR{miao}:inter}{B:\BIS:}
                    }
                    curvum et rectum fortasse propter
\LB{miao}{dissimilitudinem}, inimicitia.

Si noti che potrebbe avvenire che il testo di B fosse ripetuto, ma con varianti rispetto agli altri testimoni. Tali varianti si potranno trovare nella ripetizione del testo, come ad esempio:

  • B: tanta est inter curvum et rectum fortasse propter dissimilitudinem inter circunferentiam et rectum fortasse propter dissimilitudinem, inimicitia.

oppure nella prima occorrenza, come:

  • B: tanta est inter curvum et rectilineum fortasse propter dissimilitudinem inter circunferentiam et rectum fortasse propter dissimilitudinem, inimicitia.

In tal caso si provvederà ad apporre una \VV accanto a ``curvum'' indicando cosa succede rispettivamente con l'espressione altero loco B o priore loco B. Per produrre tale risultato si utilizzerà una nuova macro, \REP. Tale macro è dotata di un'opzione e la sua sintassi completa è \REP[1] o \REP[2] a seconda che si voglia ottenere priore loco o altero loco. Di conseguenza la trascrizione in Mauro-TEX del primo passo diventerà:

tanta est \VV[longa]{
                    {*:\CR{miao}:inter}
                    {B:\BIS:}
                    }
                    \VV{
                       {A/B:curvum}
                       {B:\REP[2]:circunferentiam}
                       } et rectum fortasse propter
\LB{miao}{dissimilitudinem}, inimicitia.

producendo cosí

tanta est inter1 curvum2 et rectum fortasse propter dissimilitudinem, inimicitia.
1inter ~ dissimilitudinem:    bis B
2curvum A B   circunferentiam altero loco B

Nel secondo caso si scriverà in Mauro-TEX:

tanta est \VV[longa]{
                    {*:\CR{miao}:inter}
                    {B:\BIS:}
                    }
                    curvum et \VV{
                                 {A/B:rectum}
                                 {B:\REP[1]:rectilineum}
                                 } fortasse propter
\LB{miao}{dissimilitudinem}, inimicitia.

ottenendo come risultato

tanta est inter1 curvum et rectum2 fortasse propter dissimilitudinem, inimicitia.
1inter ~ dissimilitudinem:    bis B
2rectum A B   rectilineum priore loco B

Se poi A fosse un testimone unico che presentasse una ripetizione con varianti nella ripetizione, ci si comporterà allo stesso modo, a seconda della lezione che si sceglie per TC: se la lezione di A che viene scelta è la prima si segnalerà che però, altero loco (e usando quindi \REP[2]), ha una lezione diversa; se la lezione di A che viene accolta è la seconda si registrerà in apparato quella che ha priore loco, utilizzando \REP[1]. Se A legge:

  • A: Hic Archimedis de quadratura parabolae libellus ex corruptissimo, quod circumfertur, exemplari ex corruptissimo, qui circumfertur, exemplari, labore et industria Francisci Maurolyci restitutus est.

e scegliessimo la lezione quod, diremo in apparato:

Hic Archimedis de quadratura parabolae libellus ex1 corruptissimo, quod2 circumfertur exemplari, labore et industria Francisci Maurolyci restitutus est.
1ex ~ exemplari:    bis A
2quod:   qui altero loco A

scrivendo in Mauro-TEX

Hic Archimedis de quadratura parabolae libellus
\VV[longa]{
          {*:\CR{miao}:ex}
          {A:\BIS:}
          } corruptissimo, \VV{
                              {*:quod}
                              {A:\REP[2]:qui}
                              }
                              circumfertur
\LB{miao}{exemplari}, labore  et industria
Francisci Maurolyci restitutus est.

dove è da notare il passaggio ad apparato negativo nell'uso di \VV ({*:quod}).

Piú semplice sarà la situazione se, in presenza di due testimoni, quello che ripete il brano (B) diverge dall'altro (A; o dal testo critico, ma in tal caso si tratterà di un intervento congetturale e bisognerà utilizzare la macro \ED) in entrambe le occorrenze nello stesso modo. Ad esempio se B, nel brano in cui si parla dell'inimicizia fra retto e curvo, leggesse sia la prima che la seconda volta ``cirunferentiam''. In tal caso basterà registrare la variante:

tanta est inter1 curvum2 et rectum fortasse propter dissimilitudinem, inimicitia.
1inter ~ dissimilitudinem:    bis B
2curvum A   circunferentiam B

scrivendo in Mauro-TEX:

tanta est \VV[longa]{
                    {*:\CR{miao}:inter}
                    {B:\BIS:}
                    } \VV{
                         {A:curvum}
                         {B:circunferentiam}
                         } et rectum fortasse propter
\LB{miao}{dissimilitudinem}, inimicitia.

Se, rifacendosi all'esempio della quadratura della parabola, si avesse:

  • A: ... libellus ex corsicano quod circumfertur exemplari ex corsicano quod circumfertur exemplari labore et industria ...

e l'editore congetturasse ``corrupto'' per correggere l'insensato ``corsicano'', scriveremmo in Mauro-TEX

libellus \VV[longa]{
                   {*:\CR{miao}:ex}
                   {A:\BIS:}
                   } \VV{
                        {*:\ED{conieci}:corrupto}
                        {A:corsicano}
                        } quod circumfertur
\LB{miao}{exemplari}, labore et industria Francisci
Maurolyci restitutus est.

ottenendo:

libellus ex1 corrupto2 quod circumfertur exemplari, labore et industria Francisci Maurolyci restitutus est.
1ex ~ exemplari:    bis A
2corrupto conieci   corsicano A



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