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7.3.2.3  Espunzioni lunghe

Piú probabile sarà invece che l'editore debba ricorrere ad espungere un brano di una certa consistenza. Supponiamo ad esempio che la tradizione legga concordemente:

Erit quadratum ab aequalis duobus quadratis dictis per doctrinam Euclidis. Erit quadratum ab aequalis duobus quadratis bc, ca simul sumpta per 47am primi Elementorum.

È ovvio che qui una delle due frasi è superflua, dato che dicono la stessa cosa, ma non si tratta di un pura ripetizione. La seconda formulazione è una precisazione della prima, che Maurolico avrà dimenticato di cancellare (per esempio) e che sarà cosí filtrata nella tradizione. Convinto di questo il nostro editore procederà cosí:

1 [ Erit1 quadratum ab aequalis duobus quadratis dictis per doctrinam Euclidis. ] Erit quadratum ab aequalis duobus quadratis bc, ca simul sumpta per 47am primi Elementorum.
1Erit ~ Euclidis seclusi

scrivendo in Mauro-TEX:

\Unit \EXPU{
            \VV[longa]{
                      {*:\CR{orso}\ED{seclusi}:Erit}
                      }
             quadratum \(ab\) aequalis duobus quadratis
             dictis per doctrinam \LB{orso}{Euclidis}.
           } Erit quadratum \(ab\) aequalis duobus
quadratis \(bc\), \(ca\) simul sumpta per 47\Sup{am} 
primi Elementorum.

Se avesse espunto Napoli, si sarebbe scritto \ED{secl. Napoli}, ecc. Come si vede, anche nel caso di espunzioni lunghe \EXPU deve essere utilizzato all'esterno di \VV[longa], proprio come \CRUX.





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