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4.2  \VV, la madre di tutte le macro

4.2.1  La regola e l'eccezione

Per maggiore chiarezza, supponiamo di avere la seguente situazione:

A ha la lezione ``Sit data ratio, sit datus cubus.''
B ha la lezione ``Sit data gratia, sit datus cubus''
C ha la lezione ``Sit data latio, sit datus cubus''

TC segue A e legge ``Sit data ratio, sit datus cubus.''.

Avremo allora:

Sit data ratio1, sit datus cubus.
1ratio A   gratia B   latio C

Il formato della macro che produce questa nota è

Sit data \VV{
            {A:ratio}
            {B:gratia}
            {C:latio}
            }, sit datus cubus.

con la regola generale che nel TC verrà sempre riportato il testo del primo campo (in questo caso quello di A). Si noti anche il formato di \VV: ad essa segue una coppia di parentesi graffe, dentro la quale si inseriscono tante coppie di parentesi graffe quanti sono i testimoni di cui si riportano varianti. I testimoni all'interno delle parentesi graffe devono essere indicati con `A:', ovvero con una lettera maiuscola, seguita da due punti seguiti dalla lezione, senza lasciare nessuno spazio12.

Come ogni regola che si rispetti anche questa ha la sua eccezione. Si potrebbe infatti dare il caso che la lezione del testimone contenesse, come segno di interpunzione, il segno `:'. In un caso del genere il Mauro-TEX sarebbe indotto a far confusione, e a non capire piú quali sono i due punti che indicano la separazione fra siglum indicante il testimone e i due punti che compaiono nella lezione come segno di interpunzione. Ad esempio:

A legga ``Manifestum ergo est: triangulum aequale quadrato ab''

B legga ``Patet igitur quadratum ab aequalem esse trigono mno''

il testo critico segue A e si vuole ottenere:

Manifestum ergo est: triangulum aequale quadrato ab1
1Manifestum ergo est: triangulum aequale quadrato ab A   Patet igitur quadratum ab aequalem esse trigono mno B

Per ovviare al problema qui sopra descritto, la lezione contenente i `:', cioè quella di A, andrà racchiusa fra parentesi graffe {}, in questo modo:

\VV{
   {A:{Manifestum ergo est: triangulum
   aequale quadrato \(ab\)}}
   {B:Patet igitur quadratum \(ab\) aequalem esse
   trigono \(mno\)}
   }

In questo modo si avverte il Mauro-TEX che tutta la frase ``Manifestum ... ab'' deve essere considerata una sola unità e che i `:' che vi si trovano non costituiscono un separatore.


12  Quanto viene detto qui e nei prossimi due capitoli è riferito essenzialmente al trattamento di varianti ``puntuali'', tali cioè da coinvolgere una o poche parole del testo. Al trattamento delle varianti ``lunghe'' è dedicato il capitolo 7.

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