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6.1.1  Correzioni congetturali dell'editore

Per ``correzione congetturale'' si deve intendere un intervento dell'editore che colloca in TC una lezione diversa da quelle tràdite da tutti i testimoni, che vengono ritenute erronee.

Supponiamo, per cominciare, che il passo in questione non sia mai stato corretto da nessuno in precedenza e che la situazione sia la seguente:

  • A: a vertice canis demittitur

  • B: a vertice cunni demittitur

  • C: a vertice comico demittitur

Nessuna delle tre lezioni è accettabile, e quindi

TC congettura ``a vertice coni demittitur''

In questo caso si vuole ottenere:

a vertice coni1
1coni conieci   comico C   cunni B   canis A

dove con ``coni conieci'' si intende ``ho interpretato (che si debba leggere) coni''. La relativa macro è:

a vertice \VV{
             {*:\ED{conieci}:coni}
             {C:comico}
             {B:cunni}
             {A:canis}
             }

Si noti che pur essendo i testimoni solo tre, è stato necessario introdurre un quarto campo per inserire il testo critico. Al solito, vale la regola generale per cui la lezione inserita nel terzo sottocampo del primo campo è quella che viene accolta in TC. Il primo sottocampo, dato che non contiene il siglum di un testimone, è riempito dalla *, mentre nel secondo, destinato alle informazioni ``speciali'', si inserisce la nuova macro \ED{ }. Fra le parentesi graffe che seguono \ED si inserisce in questo caso l'espressione conieci; \ED è però molto versatile e si adatta a tutta una serie di situazioni diverse, semplicemente cambiando l'argomento che si scrive fra le sue parentesi graffe.

Un esempio ovvio di questa versatilità è quello in cui l'editore corregge sí, ma con un grado di certezza da far sembrare ridicola l'espressione ``conieci''. Se ad esempio ci disponesse di un solo testimone che legga ``2+2=5'' l'editore scriverà in TC ``2+2=4'' e in apparato sarà piú opportuno che dica ``2+2=4 correxi 2+2=5 A''. Per ottenere ciò basterà scrivere:

\VV{
   {*:\ED{correxi}:\(2+2=4\)}
   {A:\(2+2=5\)}
   }

Nell'argomento di \ED potranno essere inserite anche altre informazioni, come vedremo fra breve. Notiamo intanto che nel caso che la cura di un testo sia affidata a piú di un editore come argomento di \ED si scriverà ovviamente coniecimus, correximus. Questa osservazione vale anche per tutti gli altri esempi che presenteremo nel resto di questo capitolo.

Prima di passare a vedere come comportarsi quando il passo sia già stato corretto da altri, aggiungiamo un esempio che illustri come la correzione congetturale possa combinarsi con la registrazione di correzioni del copista o di altre mani.

Supponiamo, per esempio, che il copista di A abbia scritto ``primum et secundum sunt triangula'', cancellando poi le parole ``et secundum'' ma lasciando i plurali. In questo caso, risulterà forse piú chiaro e agevole utilizzare la macro \POSTDEL piuttosto che \ANTEDEL (cfr. § 5.3.1) e si potrà procedere in questo modo:

primum1 est triangulum2
1post primum del. et secundum A
2est triangulum correxi   sunt triangula A

dicendo all'Mauro-TEX:

\VV{
   {A:\POSTDEL{et secundum}:primum}
   } \VV{
        {*:\ED{correxi}:est triangulum}
        {A:sunt triangula}
        }



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