<  o  >

2.2  Il testo

Una volta definiti tali rapporti di dipendenza, l'editore provvede a stabilire e a correggere il testo. Teoricamente dovrebbe fornire il testo piú vicino possibile all'ultima volontà di Maurolico.

Se --- eventualmente dopo l'eliminatio --- dispone di un unico testimone, a stampa o manoscritto, il suo compito è assai semplificato: dovrà limitarsi a correggere il testo dando sistematicamente conto dei suoi interventi. Se invece si trovasse ad aver a che fare con due o piú testimoni discendenti da un medesimo archetipo e indipendenti l'uno dall'altro, dovrà stabilire il testo sulla base delle varianti che questi offrono.

Se i testimoni ad esempio fossero tre, A, B, C, e se A recasse la lezione ``a vertice trianguli'', mentre B e C ``a vertice conico'', l'accordo fra B e C segnalerebbe con certezza che nell'archetipo comune si trovava la lezione ``conico''. E l'editore provvederebbe a registrare questa lezione nel suo testo, indicando in apparato la variante di A.

Ma se i testimoni a sua disposizione fossero solo due e A leggesse ``cane'' contro il ``gatto'' di B, l'editore dovrebbe decidere il testo in modo congetturale, secondo il suo giudizio. Potrà darsi che entrambi le varianti siano accettabili e che non ci sia nessun particolare motivo per scegliere l'una o l'altra (varianti adiafore). O potrebbe invece decidere che A e B sbagliano entrambi e che la lezione giusta doveva essere ``cono''. Naturalmente di tali interventi e delle lezioni dei suoi due testimoni dovrà dare conto nell'apparato o nell'introduzione della sua edizione.



<  o  >