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10.5.2  Edizione e introduzione all'edizione

Quando poi l'editore deciderà lo stemma della sua edizione e procederà alla costruzione del testo critico, dovrà naturalmente decidere se e quanti dei testimoni impiegati per la collazione dovranno essere utilizzati. Nell'esempio di prima, supponendo che l'editore voglia utilizzare solo S4 e C8, trasformerà la trascrizione in Mauro-TEX cosí:

polus arcus \VV{
               {S:$ab$}
               {C:$ac$}  
               \VB{ 
                  {c/C!:\EX{$kl$}:$ab$}
                  {C!!/C!!!/C!!!!:$kl$} 
                  }            
               } erit $h$

ovvero dichiarando che le lezioni di C4-C6 e C11-C12 non sono da riportare in apparato.

Questo problema è ovviamente collegato al carattere in progress della nostra edizione. E questro ci porta a discutere un ultimo problema: è possibile (anzi, auspicabile) che il Conspectus siglorum che abbiamo ora fornito debba essere modificato pe rla scoperta di nuovi testimoni. Saremmo tutti molto felici se, ad esempio nella biblioteca comunale di Alessandria, si rinvenisse un autografo mauroliciano. Ma, finiti i festeggiamenti (e trovato l'editore che se ne prenda cura), dovremmo affrontare il problema di rinumerare tutti i testimoni autografi, dato che, purtroppo, Alessandria comincia per A. Ciò comporterebbe la correzione di tutte le edizioni condotte fino a quel momento, nelle cui introduzioni i testimoni sarebbero stati citati con il numero d'ordine attuale. Per ovviare a questo problema, occorrerà che l'editore nello scrivere la sua introduzione --- e ovunque ritenga necessario citare i suoi testimoni non solo con la lettera A, C o S, ma con il relativo numero d'ordine ---  utilizzi la seguente macro:

\Wit{}

(da witness, testimone). Se l'editore delle Coniche nell'introduzione deve far riferimento al manoscritto A9 (che contiene l'edizione mauroliciana dei Sereni Cylindricorum libelli duo), scriverà ad esempio:

 ... {\`e} da notare poi che  in \Wit{A9} si trova 
un'aggiunta marginale in inchiostro rosso identica 
alla correzione interlineare di c. 18v di \Wit{A1}. 

\Wit, trattata da un opportuno programma, provvederà poi a dare sempre il numero corretto secondo i criteri di ordinamento dei testimoni stabiliti in questo capitolo: per questo motivo il Conspectus che abbiamo qui illustrato può essere considerato come definitivo.

Ribadiamo infine che nei campi di \VV destinati ai sigla non andrà utilizzata \Wit, ma la sintassi usuale.





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