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9.3.1  Un caso inevitabile

Dopo avervi cercato di scoraggiare in tutti i modi possibili dall'usare \note, vi proponiamo un esempio in cui il ricorso ad essa diventa praticamente indispensabile.

Riprendiamo l'esempio del § 6.2.2 e supponiamo che di fronte a un testimone unico, A, che legga ``primum et secundumque'' Clagett abbia espunto ``et'', mentre Napoli abbia espunto ``que''. Se il nostro editore vuol seguire Clagett potrà elaborare un apparato di questo genere:

Erunt primum
Apparato che potrà essere ottenuto scrivendo:

Erunt primum [et] secundumque\note{
primum [et] secundumque {\sl :} et {\sl secl. Clagett;}~~
que {\sl secl. Napoli}
}
triangula ...

* * *

In conclusione: l'uso di \note non è vietato (altrimenti che cosa ci starebbe a fare?), ma è opportuno usare questa macro esclusivamente nel caso in cui sia proprio impossibile farne a meno. Si tratta, insomma, di un'extrema ratio. E nel caso l'editore la usi, deve assumersi poi la responsabilità di seguire il destino delle sue \note fino in fondo, cioè fino all'ultimo stadio del suo lavoro, tenendo inoltre un registro chiaro, e utilizzabile da altri, dei suoi interventi.





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